” Sentire i fluidi che si muovono sotto le mani: semplicemente esaltante! Per i fissati come me nel percepire i movimenti tramite la sensibilità manuale, le tecniche di drenaggio rappresentano forse l’approccio più “semplice” per entrare in contatto con i fluidi corporei. Provo a spiegare il mio approccio in questo “sentire” manuale diverso rispetto ad altre tecniche osteopatiche. E’ all’ordine del giorno parlare con persone che hanno a che fare con ritenzione idrica, gonfiore, circolazione “difettosa”. Spesso pazienti e amiche mi chiedono consigli per diminuire la sensazione di pesantezza e così balza sempre alla mente il drenaggio linfatico! Ma che cos’è in realtà il linfodrenaggio? Cosa si va a stimolare applicando queste tecniche? Ha effetti terapeutici significativi? Aiuta a “sgonfiarsi”? Prima di rispondere a queste domande provo a spiegare in maniera semplice e, spero, comprensibile cosa di anatomico e fisiologico c’è alla base del drenaggio linfatico. Innanzitutto prendo in considerazione l’apparato circolatorio linfatico: questo sistema accompagna quello arterioso e venoso e, se vi capita di guardare un’immagine di anatomia, accanto ad un’arteria ed una vena, troverete un vaso linfatico spesso colorato dai disegnatori in bianco o giallo. I vasi linfatici hanno origine in periferia, incontrano linfonodi trasportando linfa, poi si dirigono verso i tronchi principali (ad es.il dotto toracico). Fanno parte del sistema linfatico anche organi linfonodi (come la milza, le tonsille, le adenoidi, il timo). Il sistema linfatico provvede al drenaggio del liquido interstiziale, zona clou per lo scambio cellulare a carico di tessuti ed organi (la linfa, tra l’altro, contiene lipidi, zuccheri, proteine e molto altro), quindi di fondamentale importanza mantenerlo “in salute”. Se fatto bene il drenaggio linfatico aiuta l’organismo negli scambi cellulari, poiché questo sistema è implicato in molti processi tra cui quelli infiammatori e quindi di difesa immunitaria. Quindi le tecniche di drenaggio linfatico, precedute da un’anamnesi adeguata sono utili per “sgonfiarsi” (quindi dal punto di vista estetico), ma questo perché alla base si vanno a “ristabilire” funzionamenti difettosi di tessuti ed organi. Generalmente le tecniche di linfodrenaggio prevedono una stimolazione del sistema dalla periferia verso le regioni linfonoidali anatomicamente più sviluppate in modo da promuovere il flusso linfatico. Risulta ancora più efficace però quando si riesce a captare ciò che causa il ristagno di liquidi. Mi riferisco ad esempio a tensioni muscolari o lievi stati infiammatori di qualche organo che limitano il drenaggio naturale. Agire anche alla base del “ristagno” potenzierebbe gli effetti del linfodrenaggio e oltre a dire addio al gonfiore promuoverebbe processi terapeutici naturali (come l’eliminazione di tossine e sostanze di rifiuto). Infine, ricordando che lo scorrimento ottimale della linfa è aiutato dall’azione dei muscoli, è sempre consigliata attività fisica e tante belle risate (che stimolano addominali e buonumore)! ”
Ianira.